Verso la luce | Towards light
Con la sua opera, Gianfranco Caldarelli è il testimone di un cammino ciclico che va alla ricerca della filigrana che anima, che sostiene le realtà tangibili. Si tratta di una ricerca appassionata e sincera. C’è chi cerca, c’è chi trova, c’è chi scopre! Gianfranco scopre. Come un esploratore solitario di mondi sconosciuti, intravisti in mappe segrete e misteriose, rimane sempre affascinato e abbagliato da tutto ciò che si palesa alla sua vista interiore. Qui sta il fascino di queste opere “visionarie”! Sono una testimonianza (quanto voluta, quanto inconsapevole?) dello stupore che invade l’osservatore che ha negli occhi… l’alba del mondo. Anche la pittura è una scoperta! Anche l’uso dei pennelli, dei colori, può essere una fonte di suggestioni, di meraviglie! Prova ne sono le riproduzioni amorevoli di dettagli osservati con attenzione minuziosa. Ma anche le grandi dimensioni di molti suoi quadri sono testimonianza di questa eccitazione febbrile: non basta raccontare, bisogna affermare, declamare!
Gianfranco dichiara la sua attrazione incontenibile verso la “luce”. Le sue opere, infatti, sono una rappresentazione ebbra della “fonte di luce”. È con questo elemento primordiale che si cimenta nelle sue opere più impegnate. Questa luce abbacinante, osservata fino al collassare dei “sensi”, come per comprenderne la natura segreta, evoca miti e archetipi bifronti: se da una parte la ricerca della luce è un percorso inebriante, dall’altra può provocare, come alla falena, la perdita dell’orientamento e l’annichilimento. Le immagini ectoplasmatiche, evanescenti, così ricorrenti nella sua produzione pittorica, testimoniano questo faticoso tentativo di ritorno alla realtà tangibile, così come ci appare quando è vivificata dalla luce.
Ma perché la luce? Cosa realmente cerca Gianfranco? In questo cammino intrapreso, non per libera scelta, ma per una spinta coercitiva c’è, a mio vedere, un bisogno di trovare l’altrove, …. l’ineffabile. Si tratta di una posta importante: ne vanno di mezzo equilibri esistenziali, scelte irreversibili.
Siamo alle soglie del mistero (mysterium), ai piedi di una porta che non sappiamo se mai si aprirà. Infatti i processi alchemici con i quali Gianfranco tenta di confrontarsi sono, per loro natura, di una lentezza estenuante: richiedono silenzio, vuoto interiore, umiltà, attesa. La nostra maestra insostituibile, in questo percorso è, deve essere, la realtà tangibile, così come ci appare, più o meno inondata di luce, più o meno trasfigurata, ma sempre ancorata ai nostri sensi. È soltanto dai suoi riflessi sulle cose di questo mondo, che ci è consentito di percorrere il mistero della vera natura della Luce.
Cosimo Gentile
Gianfranco Caldarelli bears witness, through his artistic work, to a cyclic path looking for the filigree that gives life to and supports the tangible reality. That is a passionate and heartfelt research. There is the one searching. There is the one finding. There is the one discovering. Gianfranco discovers. He always is enchanted and dazzled by everything is looking to his inner sight, as a lonely explorer of unknown words, sensed on secret and mysterious maps. This is the fascination of his visionary works! These are witnesses (how much intentional? how much unaware?) of the astonishment pervading the observer who keeps into his own eyes… the dawn of the world. Painting is a discovery, as well. Also using paintbrushes and colours can be a spring of magic and wonder! That is testified by his loving reproduction of details, observed with a very careful attention. But also the great size of many among his paintings bears witness to this feverish thrill: telling is not enough; it is necessary to affirm, to declaim.
Gianfranco declares his uncontainable attraction towards light. His works are indeed a representation mad with light. He makes an attempt with the primordial “source of light” in his more committed works. This dazzling light, observed as far as the senses collapse in an attempt of understanding its hidden nature, raises two-faced myths and archetypes: if the light research is on one side a stirring journey, on the other side it can elicit an orientation loss and an annihilation, as it happens to the moth. The ectoplasmic and fading images, so much recurring in his pictorial art, bear witness to this laborious attempt of reverting to the tangible reality, such as it is shown when enlivened by light.
But why the light? What is Gianfranco actually searching for? The need is present of finding the “elsewhere”… the ineffable in this undertaken path, due in my opinion not to a free choice but to a coercive pulse. It is an important matter: existential balances, irreversible choices are involved. We are at the threshold of the mystery (mysterium), at the feet of a door whose opening will perhaps remain uncertain. Actually the alchemic processes which Gianfranco is trying to deal with are in their own nature exhaustingly slow: they require silence, inner space, humility, being waiting. Our irreplaceable teacher in this path is, and has to be, the tangible reality, such as it is appearing to us: more or less flooded with light, more or less transfigured, but ever anchored to our senses.
We are enabled of exploring the mystery of the Light’s true nature merely by its glint on this world’s things.
Cosimo Gentile